Descrizione
Rumon – All’inizio fu l’acqua
Adolfo Brunacci
96 pagine, 90 fotografie a colori, (No Photoshop) it, f.to cm 42,5 x 29,5, stampa Indigo Electroink su carta GardaGloss Art g. 250, copertina cartonata e plastificata, allestimento con viti acciaio + cofanetto rivestito, fatto a mano, f.to cm 44 x 31 x 3, stampa serigrafica
Limited Edition 300 copie numerate e firmate dall’autore
€ 140,00
All’inizio fu l’acqua a generare Roma, città del fiume, «rumon»: parola proferita dalla gente che vi confluiva dai luoghi più lontani e diversi per farne dimora. Da allora, un’infinità di tempo oltre il dominio degli uomini ha solcato la sua anima, e l’acqua non ha mai smesso di lambirla.
L’opera riscopre i lasciti palpabili delle genti, riflessi nelle concupiscenze carnali dell’impronta liquida che delimita, capovolge e reinventa il profilo di un mondo familiare, eppure mai visto così prima d’ora. Un manuale prezioso che mostra la città eterna e il suo tessuto urbano attraverso lo specchio dell’acqua, con uno sguardo insolito, atemporale e raffinato, per risalire alla corrente carsica delle sue origini e solleticare i nostri sensi fin sotto la pelle.
Il racconto visivo dialoga con le poesie di Luči Žuvela, scrittrice e artista croata, approdata a Rumon e fondatrice di LIPA, associazione culturale di donne migranti. Una raccolta che celebra l’arte del momento giusto attraverso gli occhi di Adolfo Brunacci, fotografo e uomo eclettico, anch’egli migrante per vocazione.
Amministratore –
Recensione Pubblicato il 20/02/2013 sulla TRECCANI Cultura Italiana
IMMAGINI E PAROLE: LA MEMORIA DELLA CITTÀ ETERNA
Luce di Roma illumina
i selciati del passato,
lascito dei geni immortali,
toglie l’ombra ai viaggiatori dallo sguardo lungo.
Luce di Roma illumina
i selciati del passato,
lascito dei geni immortali,
toglie l’ombra ai viaggiatori dallo sguardo lungo.
In questa struggente poesia di Luči Žuvela sta tutto il senso del lavoro realizzato da Adolfo Brunacci che presentiamo. Novantasei foto “specchiate” e/o immagini “riflesse” che vanno oltre il senso comune e creano nuove possibilità per sentire e capire la realtà che ci circonda. Il mistero nella trama delle foto si svela attraverso le parole poetiche di Žuvela, che narrano la storia delle cose nel tempo e, in particolare, di quella cosa che ha per nome Roma/Rumon/Città di fiume.
Il sottotitolo dell’opera, “All’inizio fu l’acqua”, sintetizza nella categoria della “liquidità” (alla Bauman, per intenderci) l’unità radicale dell’emozione delle immagini riflesse (il senso comune) con lo stupore della meraviglia per la vitalità delle foto specchiate (il significato condiviso).
In questo continuo gioco di immagini, foto specchiate e riflesse, prende vita la memoria della città eterna fatta di cose e di genti migranti e non. Mentre le prime, le cose, permangono più o meno nel tempo, le seconde, come dice il salmista, “dileguano” nello spazio e scompaiono ai nostri occhi. Ecco allora la centralità della parola poetante di Luči Žuvela che costringe le immagini dentro foto mai fatte delle genti passate ma sempre presenti nelle storie di Roma.
Questo bel lavoro di immagini e parole è l’anticorpo ideale per allontanare da noi il velo impietoso dell’oblio
Sandro Baldi